Auto, la scatola nera diventa prova negli incidenti. Ma sarà affidabile?

Con la legge concorrenza la scatola nera diventa piena prova sulla dinamica di un incidente. Ma la sua precisione e la sua affidabilità suscitano dubbi, come emerge da varie osservazioni inviate ai ministeri delle Infrastrutture e dello Sviluppo economico nella procedura di pubblica consultazione dei due decreti attuativi che fissano le caratteristiche di questo dispositivo, soprattutto ai fini degli sconti di entità obbligatoria che per la stessa legge 124/2017 le assicurazioni potranno offrire sulla Rc auto. Tra i altri punti critici più evocati c’è poi la privacy. Nonostante la pubblica consultazione sia stata avviata in pieno luglio dando tempi stretti, le osservazioni sono state numerose. I ministeri non le hanno ancora pubblicate. Il Sole 24 Ore è in grado di anticiparne alcune.

Su precisione e affidabilità hanno dubbi soprattutto gli esperti in ricostruzione degli incidenti. Lascia perplessi soprattutto la tolleranza massima di 10 metri consentita dallo schema di Dm del Mit nel rilevare la posizione del veicolo: grado di precisione sufficiente per accertare in che località si trova il mezzo, ma non per capire in quale corsia viaggiasse e a quale distanza fosse da persone e oggetti che ha poi urtato. Le risultanze della scatola nera potrebbero quindi essere smentite da altri elementi, ma c’è da fare i conti con lo status di «piena prova» riconosciuto al dispositivo dalla legge concorrenza di un anno fa. Quanto all’affidabilità, gli esperti obiettano che gli schemi di Dm non prevedono un sistema “blindato” per abbinare univocamente una data scatola nera a un dato veicolo: finora le certificazioni degli installatori non hanno impedito frodi attraverso simulazioni di urti con mezzi già danneggiati.

Per limitare questi e altri problemi, gli esperti propongono di riconoscere solo sino a fine 2020 gli sconti “obbligatori” a chi ha dispositivi non in linea con gli standard tecnici fissati dal Mit. Lo schema del Dm, invece, riconosce per sempre questo beneficio a chiunque abbia già oggi, o prenderà nei prossimi due anni, una scatola nera installata su proposta dell’assicurazione.

Su questi aspetti, rilievi tecnici vengono anche dall’Ania, che però in generale mostra molta fiducia sull’efficienza delle scatole nere attualmente sul mercato. La raccomandazione dell’associazione delle compagnie è di evitare standard tecnici troppo stringenti ed elevati che potrebbero ridurre la concorrenza.

Posizione opposta prendono alcune associazioni che hanno presentato lunghe e dettagliate osservazioni a tutto campo. Sono i consumatori di Acu, Adusbef, Assoutenti, Assoconsum, Casa del consumatore, Codici, Movimento consumatori, Movimento difesa del cittadino e la Federcarrozzieri. Criticano il fatto che i ministeri abbiano ristretto ai dati fondamentali il requisito della portabilità della scatola nera quando si cambia compagnia, cosa che potrebbe ostacolare i cambi. Inoltre non piace che alle compagnie sia data libertà su come valutare ai fini tariffari il comportamento di guida.

Queste associazioni hanno anche perplessità sulla privacy: l’unico divieto previsto dalle norme sulle scatole nere è quello di monitoraggio continuo del veicolo e ciò parrebbe contrastare col nuovo regolamento europeo sulla privacy (il 679/2016, Gdpr) che ha princìpi generali più stringenti su conservazione e protezione dei dati. Per esempio, si ritiene troppo lungo il termine di 12 mesi per i quali i dati devono essere disponibili per la consultazione: si teme copra inefficienze burocratiche delle compagnie.

Tra i dubbi c’è pure la compatibilità delle scatole nere con la sempre più sofisticata elettronica di bordo dei veicoli (si pensi ai sistemi di guida assistita, Adas): i Dm non ne parlano.

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